Era vero!

Etiopia ed Eritrea non si sono mai amate. Anzi. Il loro storico dualismo è una delle cause dell’instabilità di quell’Africa orientale che è ora alle prese con una delle peggiori carestie della sua storia. Gli scambi di accuse tra i due stati sono da anni all’ordine del giorno e la loro credibilità ha finito inevitabilmente per risentirne.

Così, anche la notizia data in gennaio dal governo di Addis Abeba di aver sventato un attacco terroristico progettato dai vicini era stata poco considerata.E invece ora a confermarla è un rapporto dell’Onu, pubblicato in esclusiva da Reuters.

Secondo le indagini del Gruppo di controllo su Somalia ed Eritrea, Asmara  avrebbe organizzato un attentato nella capitale etiope in occasione del vertice dell’Unione Africana (UA) dello scorso gennaio.

Con in testa l’idea di rendere “Addis Abeba come Baghdad” -come rivelato da un’intercettazione- i servizi segreti eritrei avrebbero pianificato degli attacchi esplosivi contro il quartier generale dell’UA, la residenza del primo ministro Meles Zenawi, l’hotel Sheraton e il più grande mercato della città che avrebbero causato un numero molto alto di vittime civili. Il tutto per convincere il mondo che il loro grande vicino non sarebbe un paese sicuro.

Il pericolo è stato sventato, ma l’indagine ha raccolto prove importanti, come i pagamenti effettuati dagli ufficiali eritrei in favore di alcuni militanti dell’Oromo Liberation Front, un gruppo ribelle etiope dei quali il regime di Isaias Afwerki (nella foto) si è servito per concretizzare il suo piano. Il rapporto, infatti, conferma il fatto che l’Eritrea foraggi i gruppi armati che operano non solo in Etiopia, ma anche in Somalia. I funzionari Onu sono entrati in possesso anche di documenti che provano il sostegno economico fornito da Asmara ad  Al Shabbab in Kenya dove l’organizzazione islamica, sottolinea Daily Nation, recluta con successo giovani non solo di etnia somala.

Insomma, lo scorso settembre Nigrizia spiegava che l’Eritrea “è gestita come un gulag” da Afwerki ed “è uno degli attori principali dell’odierna crisi politico-militare del Corno d’Africa”. Ora, il rapporto Onu conferma sostanzialmente questa visione, rilevando che agenti di Asmara operano in Uganda, Sud Sudan, Kenya e Somalia e affermando chiaramente che lo stato “è una minaccia alla sicurezza e alla pace dell’intera regione”.

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